Dr. Fabio Caprara – Clinica DermoEstetica  e Clinica Odontoiatrica

ODONTOIATRIA BIOLOGICA: BUFALA O REALTA’ CLINICA? SECONDA PARTE

I TUOI DENTI TI STANNO AVVELENANDO?

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Nella prima parte della nostra analisi sulla pericolosità del mercurio contenuto nelle otturazioni dei nostri denti, abbiamo iniziato a rompere quel velo di silenzio che l’establishment medico ha mantenuto negli ultimi 200 (!) anni….

Per chi non avesse letto il primo articolo, basta cliccare qui sotto:

https://www.fabiocaprara.com/l-editoriale-del-dott-caprara/odontoiatria-biologica-bufala-o-realta-clinica-prima-parte/

Bene, oggi analizzeremo come è iniziato il tutto, iniziamo a vedere le ripercussioni del mercurio sulla nostra salute e diverse verifiche scientifiche.

Esattamente 200 anni fa, nel lontano 1816 il Dr. Traveau iniziava alle sperimentazioni per sostituire le costose ricostruzione in oro nei denti danneggiati.

Il mercurio presentava una eccellente capacità di legarsi alla polvere di altri metalli e successivamente di cristallizzare il prodotto rendendolo un materiale solido e con buone età meccaniche.

Questo processo di amalgamazione aveva la eccellente proprietà di avvenire a temperatura ambiente e di poter essere utilizzato direttamente in bocca.

Già 200 anni fa molti dentisti perfezionisti legati alla qualità e proprietà del restauro in oro ritenevano la ricostruzione in amalgama di mercurio di pessima qualità e già allora c’erano i primi dubbi riguardo alla sicurezza di utilizzare un materiale del quale si conosceva già la tossicità: il mercurio.

Nel 1845 l’American Society of Dental Surgeons, vietava espressamente l’utilizzo dell’amalgama ai medici dentisti iscritti, tanto che alcuni membri sorpresi a utilizzare l’amalgama vennero sospesi.

Nel 1859 l’American Dental Association, decretò che l’amalgama era un materiale sicuro.

Da quel momento in poi le otturazioni in amalgama sono state milioni ed è il materiale di di più frequente riscontro nella bocca dei pazienti trattati in ambito odontoiatrico e i problemi hanno iniziato a presentarsi.

Nella maggior parte dei casi però la terminologia “amalgama d’argento” è stata fuorviante per la maggior parte delle persone che erano oggettivamente convinte di avere una otturazione realizzata con il prezioso metallo e chiunque fosse stato a conoscenza della tossicità del mercurio contenuto nei pesci o in un termometro, probabilmente è rimasto tranquillo convinto che i suoi denti erano stati ricostruiti con argento.

Per lunghissimo tempo i dentisti, indottrinati all’università, erano convinti che il materiale che stavano utilizzando era sicuro perché, nonostante il mercurio fosse una sostanza tossica, gli era stato detto che una volta indurito, l’otturazione sarebbe stata chimicamente fisicamente stabile e inerte.

Questa affermazione, dato che il rilascio di mercurio è stato provato, è scientificamente falsa e già nel 1882 Eugene Talbot pubblicò un articolo sul Ohio Street Journal Dental Science “ le otturazioni di amalgama continuano a rilasciare vapori di mercurio anche parecchio tempo dopo essere solidificate, anche se sono state fatte 10 anni prima”.

Nel 1927 il dottor Mayer verificò che l’amalgama d’argento rilasciava 160 µg di vapori di mercurio in sole tre settimane.

Dal 1979 alcuni ricercatori della Università dello Iowa confermarono ulteriormente che vapori di mercurio erano misurabili in bocca nei pazienti trattati con amalgama e l’emissione venne registrata anche da otturazioni di oltre vent’anni. Qui sotto è possibile osservare un ottimo video:

https://www.youtube.com/watch?v=9ylnQ-T7oiA

Infatti con il passare del tempo la struttura molecolare dell’amalgama si modifica e il mercurio viene progressivamente ceduto in forma liquida tanto che sulla superficie dell’amalgama si formano microscopiche raccolte di mercurio metallico che evaporano formando fumi non visibili.

Dopo 20 30 anni circa il 70% del mercurio iniziale non è più presente nell’amalgama stando agli studi di Hansonn nel 1983 e considerando che in un amalgama media di 3 g sono contenuti 1.500.000 µg di mercurio da rilasciare, la “scorta” di mercurio in una bocca è enorme e pur riconoscendo che la cessione media giornaliera è bassa rispetto ai valori che provocherebbero una tossicosi acuta, ricordiamo che la cessione è costante 24 ore su 24 !

Come dicevo all’inizio del testo e come dimostrato poco sopra dalle prove cliniche avete appena letto, è chiaro che l’amalgama non esaurisce mai la quantità di mercurio da cedere alla bocca e in particolar modo­­­­ la lucidatura dell’amalgama fatta dal dentista, la masticazione, lo spazzolamento i cibi e bevande calde, aumentano la dispersione di mercurio: pensate che il brusco aumento di cessione di mercurio dovuto alla masticazione necessita di 90 minuti per ritornare ai livelli di partenza e se consideriamo quante volte mastichiamo in un giorno tra colazione, pranzo, cena, spuntini, gomme da masticare, riusciamo a capire il livello di inquinamento che ogni giorno subiamo.

Risulterebbe ovvio pensare che l’avvelenamento dalle nostre otturazioni derivi dalla ingestione del mercurio, ma non è così in quanto i fumi presenti in bocca vengono respirati e il mercurio viene assorbito direttamente dal polmone. Contrariamente a quanto può apparire logico, l’intestino non è una zona d’ingresso che il mercurio può attraversare, perché nella sua forma metallica non riesce ad essere assorbito e non entra in circolo.

 

Diversamente il mercurio che troviamo nei pesci è in forma organica metilata e viene assorbita facilmente dall’intestino.

Come dicevamo prima, la quantità di mercurio che evapora dalle otturazioni è molto piccola e infatti si misura in microgrammi non sufficiente quindi per causare intossicazioni acute, ma purtroppo il mercurio si accumula, le otturazioni in amalgama lo cedono costantemente e dato che l’organismo ha una capacità di eliminare i metalli pesanti decisamente inferiore rispetto alla quantità che si accumula di giorno in giorno, il mercurio si accumula lentamente ma inesorabilmente.

Dato che attraversa facilmente la barriera ematoencefalica e la barriera placentare, studi verificati sui cadaveri hanno permesso di creare delle vere e proprie mappe per evidenziare i tessuti maggiormente colpiti dall’accumulo di mercurio.

L’organo del nostro corpo che capta e trattiene maggiormente il mercurio è il cervello, soprattutto l’ipofisi che tra le ghiandole endocrine più importanti per la sintesi ormonale.

Altri organi sedi di accumulo sono la tiroide, il fegato, il pancreas, la milza, il surrene, il rene, i testicoli.

IL MERCURIO PUO’ ESSERE ELIMINATO?

La detossificazione dal mercurio passa per circa l’80% attraverso il fegato che utilizza le proprie riserve di glutatione per formare un complesso eliminabile attraverso l’intestino. Questa via purtroppo presenta lo svantaggio che una parte di questo mercurio viene riassorbito e riportato al fegato attraverso il circolo entero-epatico.

Quello che resta del mercurio viene eliminato attraverso i reni e parzialmente con il sudore.

Il rene purtroppo può essere danneggiato in quanto molto sensibile alla tossicità del mercurio e perdere parte della propria capacità filtrante.

Si può verificare la perdita di funzionalità renale valutando il profilo di escrezione delle porfirine urinarie presso i laboratori di analisi che sono in grado di quantificare l’intossicazione del soggetto da vari elementi dannosi oltre al mercurio, come piombo alluminio e arsenico.

 

L’ERETISMO MERCURIALE

L’eretismo (dal greco erethizein) indica in medicina uno stato di aumentata eccitabilità generalizzato o circoscritto.

L’eretismo mercuriale è un sintomo della sindrome da inalazione di mercurio caratterizzata da eccessiva timidezza e fobia sociale, una patologia comune anni fa in Inghilterra tra i cappellai perché usavano il mercurio per la feltratura, vi ricordate il classico cappellaio pazzo? Ecco.

L’effetto della intossicazione acuta da mercurio come quelle che possono verificarsi in ambito industriale, sono drammatici: delirio, alterazioni del sistema nervoso, insufficienza renale e morte.

Decisamente più difficile riconoscere una intossicazione cronica a basso dosaggio perché i sintomi e i segni sono molto variabili che possono esistere anche i soggetti che non hanno mai avuto esposizioni croniche o acute al mercurio questo spiega per quale motivo alcune persone che hanno una intossicazione di mercurio elevata non mostrano nessun segno particolare e altre persone con un carico di mercurio modesto presentano invece sintomi estremamente importanti.

Questa difficoltà nel mettere in relazione i sintomi di un soggetto con il carico di mercurio da lui sopportato, ha portato numerosi conflitti tra chi afferma, prove alla mano, che l’amalgama di mercurio è pericolosa e chi sostiene invece che si tratta di un materiale sicuro perché non ci sono sufficienti dimostrazioni di una causa-effetto.

Questa affermazione è senza dubbio vera, ma risulterebbe estremamente poco intelligente ostinarsi a non voler riconoscere le schiaccianti prove raccolte fino ad oggi.

 

La tossicità dei metalli pesanti, e il mercurio non sfugge a questa legge, è direttamente proporzionale alla quantità assimilata e i sintomi passano dalla situazione su clinica a quella francamente acuta in proporzione all’aumento della intossicazione.

 

Abbiamo detto però che alcune persone hanno delle reazioni molto violente anche con dei piccoli contatti con il mercurio, queste persone infatti hanno una reattività immunologica nei confronti di questo metallo e in questi soggetti la risposta patologica non è relativa alla quantità del mercurio ma semplicemente alla sua presenza con una modalità molto simile a un’allergia da polline che notoriamente può dare sintomi molto importanti anche per una piccolissima quantità di sostanza allergenica.

 

Esattamente come avviene con altri metalli la reazione del nostro sistema immunitario nei confronti del mercurio dipende dalle cellule T ma non dalle immunoglobuline e clinicamente possono esserci quindi manifestazioni simili a un’allergia da contatto ma anche coinvolgimento di organi e tessuti in tutto l’organismo, tipico esempio sono le lesioni lichenoidi del cavo orale che normalmente spariscono dopo avere eliminato l’amalgama dalla bocca.

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Esistono molti metalli che influenzano negativamente il sistema nervoso centrale e dato che il mercurio ha nel cervello la zona preferenziale di accumulo, è in questo organo che risultano particolarmente evidenti i danni strutturali e di conduzione elettrica.

 

L’irritabilità, il tremore delle mani, la difficoltà di concentrazione e la depressione sono tra le patologie più frequentemente riscontrabili nei dentisti che spesso sono intossicati dal mercurio che utilizzano per motivi professionali, probabilmente è per questo motivo che come categoria professionale è quella che mostra il più alto numero di suicidi.

Diverse ricerche eseguite hanno suggerito che il mercurio sia una delle cause principali della degenerazione dei neuroni a cui assistiamo nel morbo di Alzheimer.

In un impressionante video il biochimico e neuropsicologo Professor  Boyd Haley della Università di Calgary,    ha potuto provare senza tema di smentita, come il mercurio possa indurre degenerazione neuronale già a bassissima concentrazione .

Ecco il video: https://www.youtube.com/watch?v=UJhMERFaBqY

Secondo il Professor  Boyd Haley,  il motivo per cui alcune persone mostrano una suscettibilità elevata al mercurio, mentre altre persone no, è dovuta a alle loro caratteristiche genetiche .

La sclerosi multipla è stata spesso sospettata di manifestarsi nei casi di intossicazione da metalli pesanti, ma a tutt’oggi non ci sono prove conclusive su una diretta relazione tra sclerosi multipla e mercurio, ma considerando l’amalgama dentale satura di mercurio come un elemento neurotossico e inducente   risposte patologiche del sistema immunitario, in una persona  affetta da sclerosi multipla  (ricordiamo una patologia neurologica legata a un meccanismo autoimmune ) sarebbe come minimo sconsigliato l’uso.

 

Il mercurio ha degli effetti pessimi anche sulla flora batterica intestinale, infatti in grado di indurre popolazioni batteriche patogeni resistenti agli antibiotici anche in pazienti che non hanno mai fatto uso di questi farmaci!

Anche la candida ablicans e altre specie di funghi, in presenza di mercurio nell’intestino, aumentano la loro proliferazione a svantaggio della flora batterica buona, e anche il trattamento alimentare della candidosi riducendo i carboidrati e ottimizzando la flora batterica con l’uso di batteri probiotici, porta a un risultato limitato se non si rimuove il mercurio.

Sempre nell’intestino il mercurio rappresenta un continuo stimolo negativo sui linfociti di parete che si traduce conseguentemente in una risposta immune all’interno dello stesso intestino dove spesso questa perturbazione del sistema immunitario può far comparire forme di intolleranza alimentari.

Molte affezioni ginecologiche e delle basse vie urinarie nella donna spesso hanno un netto miglioramento dopo la rimozione delle otturazioni in amalgama.

 

IL PROBLEMA DELLA FERTILITA’

Diversi studi effettuati negli Stati Uniti negli anni 90 sulle assistenti odontoiatriche hanno evidenziato una diminuzione della fertilità, stesso problema è stato riscontrato anche nei medici dentisti di sesso femminile entrambe queste categorie infatti erano state esposte al mercurio nella loro pratica giornaliera.

I dati mostravano una diminuzione del 33% della possibilità di rimanere incinta e questa drastica variazione può essere relativa sia al mercurio che si accumula nell’ovaio sia per l’interferenza ormonale a livello del sistema nervoso centrale, soprattutto sull’ipofisi.

Poco fa abbiamo parlato di quanto mercurio possa passare la barriera placentare questo comporta che il mercurio presente nel sangue del feto può risultare superiore a quello misurato nel sangue materno!

Non si sa ancora molto riguardo alle alterazioni del sistema nervoso fetale in presenza di mercurio, ma si sospetta una alterazione dei fattori di crescita neuronale nei tessuti cerebrali.

La scelta di rimuovere le vecchie otturazioni con mercurio e rimpiazzarle con materiali biocompatibili è prova di sensibilità e di intelligenza che porta alla eliminazione di un fattore costante di avvelenamento nel nostro organismo.

Sappiamo quindi che è fuori discussione il fatto che l’amalgama dentario sprigiona mercurio sotto forma di vapore, ma cosa avviene quando l’amalgama viene fresata dal trapano del Dentista?

Il dentista non conscio di questo problema generalmente rimuove le otturazioni in amalgama con il trapano la cui velocità di rotazione è di circa 300 giri al secondo e in queste condizioni una fresa diamantata, di notevole capacità abrasiva, distrugge il materiale in pochi istanti.

Così però, cosa che sfugge alla vista, e chi vi è una enorme produzione di polvere finissima e di liberazione di fumi di mercurio durante il fresaggio.

Se vi ricordate quanto letto prima, l’amalgama rilascia vapori di mercurio già con stimoli minimi come lo spazzolamento dei denti e la masticazione; attraverso una rimozione con il trapano, le quantità di mercurio rilasciate diventano enormi.

Per dare un’idea dei valori in gioco, nella bocca mediamente si possono riscontrare circa 12 µg di mercurio durante la masticazione e di circa 2000 µg per metro cubo nell’aria intorno alla bocca durante una rimozione di amalgama senza protocollo protettivo.

 

Non sono per nulla infrequenti storie di Pazienti che hanno avuto reazioni avverse dopo la rimozione delle otturazioni di amalgama, anche se (purtroppo) non esiste una letteratura ufficiale sull’argomento.

Frequentissimi invece i danni al personale odontoiatrico come abbiamo letto prima, durante una costante esposizione ai vapori di mercurio emessi durante una rimozione eseguita senza il corretto protocollo.

Nella maggior parte dei casi la rimozione dell’amalgama in queste condizioni da parte dei dentisti non è dovuta a negligenza, ma per scarsa conoscenza di quello che avviene durante la fresatura dell’amalgama.

I Dentisti Biologici che sono consci della gravità del problema per i Pazienti, per i collaboratori e per se stessi, hanno messo a punto una serie di strategie per permettono tramite barriere fisiche, sistemi di ventilazione e di aspirazione, di abbattere enormemente se non completamente la esposizione al mercurio.

Le tecniche che troverete descritte sono state verificate con successo nella nostra clinica, dall’uso di un rilevatore di mercurio ambientale di produzione statunitense, che monitora in tempo reale l’atmosfera nella sala operativa con una sensibilità elevatissima fino contenuti eccezionalmente piccoli: dai 0.003 ai 0.999 mg per metro cubo.

Interessante vero?

Nella terza parte, analizzeremo come deve essere pianificata la bonifica del mercurio dalla bocca…..restate sintonizzati!

Nel frattempo date una occhiata a tutte le tipologie di cure odontoiatriche, biologicamente a impatto zero sul nostro organismo, che la moderna Odontoiatria può offrire 

https://www.clinicaodontoestetica.it/

 

RICORDATE: SAPERE E’ POTERE

 

 

 

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